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il presidente De Palo ad Avvenire: «Chiuso bene il primo tempo Le risorse verranno dal Recovery Fund»

il presidente De Palo ad Avvenire: «Chiuso bene il primo tempo Le risorse verranno dal Recovery Fund»

La diretta del voto a palazzo Montecitorio come la diretta di una finale di Champion. Due ore di emozioni. Di immagini. Di parole. Di impegni. E la famiglia che «finalmente unisce». Alle 17 e 56 arriva il verdetto della Camera: 452 sì. Gigi De Palo usa dieci parole per spiegare la novità politica del giorno: «Non c’è un solo no. C’è una sorprendente e bellissima unanimità ». Il telefono squilla. Il presidente del Forum regala una prima metafora calcistica: «Le famiglie italiane hanno fatto goal». Poi subito un’altra. «È finito il primo tempo e andiamo negli spogliatoi in vantaggio. E questa volta la chiudiamo e cominciamo a scrivere sul serio una pagina di storia». C’è fiducia.

A tratti entusiasmo. De Palo ha lavorato a questo risultato senza mai fermarsi. Credendoci quando pochi ci credevano. Unendo le forze politiche. Spiegando al mondo delle imprese e del lavoro la portata della partita. Ora sospira e guarda avanti: «Il sì definitivo di palazzo Madama mi pare una formalità.La sfida vera è su che cosa fare dopo. Su come correre verso il futuro».

Il vero nodo sono le risorse.
Ha ragione: è questa la partita vera. È individuare le risorse e farsi trovare pronti nella legge di bilancio. È mostrare visione.

Ci crede?
Ci credo. C’è una nuova consapevolezza, una crescente maturità politica. E c’è un punto chiaro: questo Paese resta in piedi solo se politica e parti sociali saranno capaci di mettere al centro le famiglie. Serve un grande patto che unisca le forze vive del Paese.

Tante volte le aspettative sono rimaste aspettative.
Questa volta non sarà possibile deludere le attese. Vedrete, ci saranno le risorse che servono. E i risultati che ci attendiamo arriveranno: nessuno prenderà un centesimo in meno di quello che prende ora. Anzi si allargherà la platea ai giovani, alle partite Iva, a chi oggi fa i figli.

Sarà così?
Sarà così. Noi terremo la guardia altissima e non faremo nessuno sconto. Ma insisto: la politica oggi ha dato un segnale importante. Un segnale figlio di trenta mesi di lavorio costante e silenzioso che ha portato a un risultato storico.

Trenta mesi di lavoro?
Sì una grande tessitura del Forum. E un grande impegno della politica. E allora c’è stato il patto per la natalità che ha visto la firma, nel gennaio 2018, di tutti i leader dei partiti politici italiani. C’è stato l’evento dello scorso anno dove mettemmo, ancora una volta, attorno ad un tavolo tutte le forze politiche. Passaggi importanti e oggi il più importante. E allora mi faccia dire grazie alla politica. Grazie sincero al relatore Lepri che ha voluto con insistenza questa legge, a Delrio che ha mantenuto le promesse fatte, alla ministra Bonetti che ci ha creduto anche quando tutto sembrava terribilmente complicato. E ancora grazie alla responsabilità e all’onestà intellettuale di Alessandra Locatelli della Lega, Maresa Bellucci di Fratelli d’Italia, Antonio Palmieri di Forza Italia: hanno mostrato che viene prima il bene comune e poi gli interessi di partito.

Ora la sfida si sposta sul terreno più minato: il reperimento dei fondi C’è l’Europa che ci indica una strada e c’è il Recovery fund che libererà risorse.

Ora la sfida entra nel vivo e l’assegno unico- universale è solo la base di partenza. Sono le fondamenta di una casa grande sulle quali si può, anzi si deve, costruire il resto: il family act, una politica seria per la natalità e una vera riforma fiscale che dovrà mettere fine ad anni di discriminazione verso le famiglie italiane.

di Arturo Celletti – L’Avvenire, 22 Luglio 2020