Nuovo presidente del Forum calabro, è Claudio Venditti. “La famiglia e la persona umana di nuovo al centro delle politiche: questo deve essere fatto”
Claudio Venditti è il nuovo presidente del Forum delle Associazioni Familiari della Calabria, e ci descrive così la sua famiglia
Lontani ma uniti e remiamo tutti nella stessa direzione. Questa l’immagine più immediata della nostra famiglia. Sì, perché i figli sono fuori dalla Calabria. Angela, (ingegnere gestionale) dopo la laurea all’università di Cosenza è a Roma per lavoro; e Bruno, che fa anche l’arbitro di calcio, frequenta l’Università di Bologna. Entrambi i ragazzi hanno fatto l’ “Erasmus” all’estero e l’esperienza l’hanno giudicata avvincente e utilissima. Uno sguardo al mondo positivo che noi genitori abbiamo assecondato e che ci ha fatto molto piacere. Con mia moglie, Cetty la teacher (si capisce cosa insegna alle scuole superiori!!) siamo sposati da 27 anni, matrimonio celebrato ad Assisi, luogo di grande spiritualità e neutro rispetto alla mia provenienza (sono originario di Lenola in provincia di Latina) e di mia moglie che è di Catanzaro. Vivo, nonostante vari spostamenti, da 31 anni a Catanzaro dove sono impegnato a livello sociale ed ecclesiale. Come si fa a non sentirsi calabresi quando i figli nascono in questa terra!! Sono un funzionario pubblico e giornalista. “Famiglia piccola Chiesa” in questo momento penso a questo libro di fratel Carlo Carretto che insieme ad altre letture mi ha accompagnato nella mia formazione.
Claudio, c’è un divario tra i tassi di natalità e mortalità in Calabria?
Sì, certamente. Nel 2002 le nascite erano state 18.451 e i decessi 17.137 con un saldo positivo di + 1314. Nel 2017 le nascite sono state 15660 e i decessi 20.761 con un saldo di – 5.101 (fonte Istat). Ed ancora: la popolazione residente al 2001 era di 2.009.623, nel 2017 1.956.687, con 805.532 Famiglie (media componenti 2,42) nel 2001 la media era del 2,74. Sono 102.824 stranieri residenti in Calabria. Ma il dato che più sconcerta a queste latitudini è che dalla Calabria come dal resto del Mezzogiorno d’Italia, fuggono i giovani in cerca di università, facendo perdere alle Università meridionali un miliardo di euro senza contare l’indotto perduto consistente nelle spese degli studenti per mantenersi abitazioni, alimentazione, innovazione, competitività e via dicendo, eppure la qualità del sistema universitario regionale è eccellente. I recentissimi dati ci dicono che oltre 180 mila giovani calabresi sono emigrati negli ultimi 15 anni. Uno su due ha scelto il nord Italia ed il 15,8% l’estero. Insomma, l’emigrazione giovanile è attestata su percentuali sempre più alte rende sempre più difficile coltivare lavoro, speranze e sogni. Si va via anche per il lavoro, in Italia e all’estero, ovviamente la perdita più grave è il capitale umano di cervelli che espatriano. Eppure – come dicono i Vescovi calabresi – “sono possibili e anche a portata di mano, come opportunità che chiedono di essere colte, ad iniziare, a esempio, dalla tutela e valorizzazione dei beni culturali e ambientali di cui la Calabria e’ ricca, in primis quelli di natura religiosa, attorno ai quali programmare piani di investimento e rilancio in grado di salvaguardare un immenso patrimonio e, al tempo stesso, di creare occupazione nell’ottica di uno sviluppo integrale e sostenibile che tenga nel dovuto conto, rispettandola e anzi assecondandola nelle sue prospettive di crescita, attraverso investimenti e azioni mirate e coordinate, anche la vocazione agricola e quella turistica, che in questi anni come testimoniano primari istituti di ricerca, hanno avuto performance di buon livello”. In agricoltura e agroalimentare ad esempio, ci sono state oltre 2200 domande a valere sul PSR di insediamento giovani.
Quali sono le priorità per il Forum della Calabria ?
A noi, piace parlare di una Calabria, come Terra meravigliosa, ricca, bella, piena di sole e di belle persone. Ma, sarà un mio pallino, bisogna arrestare lo “tsunami demografico”. Le proiezioni da parte di primari istituti (Svimez- Banca d’Italia) attestano che nei prossimi 50 anni la Calabria perderà quasi mezzo milioni di abitanti e, più precisamente, 468 mila. Cosa significa questo è facile da immaginare anche in termini di tenuta del territorio. La famiglia e la persona umana di nuovo al centro delle politiche: questo deve essere fatto. Per non essere una affermazione generica va irrobustita da progettualità. Rimettere al centro la famiglia è una priorità perché è una componente della società che non può essere dimenticata dall’agenda politico-economica, e ha invece bisogno di tutte le attenzioni e il sostegno possibili, in modo da realizzare compiutamente una società vitale, equa, capace di sperare e guardare al futuro. La famiglia è sicuramente il luogo dove apprendiamo a comprendere che lo stupore del dono è la gratuità che ci fa dire grazie. Da qui l’importanza fondamentale del ruolo delle associazioni (da allargare), che compongono il Forum che nella loro diversità e complementarietà possono insieme sollecitare politiche a favore della famiglia e far sì che il Forum si ponga come valido e propositivo interlocutore tra le istituzioni e le famiglie. Il Forum deve stimolare a gesti autentici di solidarietà a scambi di esperienza e percorsi di reciprocità. Sprigionare questa forza dal centro alla periferia e viceversa è vitale.
Le istituzioni regionali si dimostrano sensibili alle tematiche familiari?
La sensibilità c’è ma dobbiamo allargare lo sguardo non riferendoci solo all’Istituzione Regione, ma ad esempio ai comuni e alla loro Associazione (ANCI), alle province per le competenze residue e alla loro Associazione (UPI), nonché a Univerisità , Caritas, diocesi e quindi le parrocchie. Con le regioni si può senza dubbio stimolare e presentare una progettualità con bandi specifici. Il Forum potrebbe mettere in rete esperienze avanzate, avviate e consolidate in Italia. Continuare come sta facendo il Forum Nazionale a “volare alto” ma attenti alla realtà.